FESTIVAL DI SANREMO: TRA CENSURA, POLEMICHE E POLITICA

GHALI: PREMIO ALLA POLITICA SUL PALCO  DELLA CENSURA

Il Festival di Sanremo è finito da qualche giorno e quest’anno più di altri ha lasciato aperte diverse critiche e polemiche.

Faccio una premessa fondamentale, prima di annunciare quello che per me è il vincitore politico di questo Festival. Sono felice e orgogliosa che abbia vinto una donna giovane e talentuosa. Angelina Mango ha meritato il primo posto e anche lei, per il semplice fatto di essere donna, è stata politica.
Voglio però focalizzare l’attenzione su chi politico lo è stato intenzionalmente, con fermezza e orgoglio. Non so se Ghali ha partecipato alla 74° edizione del Festival di Sanremo per vincere ma sono sicura che ha partecipato per far rumore e per portare su uno dei palchi più importanti d’Italia dei messaggi ben precisi.
 

Nella prima serata del Festival di Sanremo, tra i trenta concorrenti in gara, si esibisce Ghali, con il testo “casa mia”. Tra tutte le frasi che compongono la canzone ce n’è una in particolare che emerge, l’artista canta “Ma come fate a dire che qui è tutto normale, per tracciare un confine con linee immaginarie, bombardate un ospedale per un pezzo di terra o per un pezzo di pane. Non c’è mai pace”. Una strofa che ci riporta chiaramente al massacro del popolo palestinese.
Non ho potuto fare, come penso tuttə, a meno di leggere nel testo della canzone anche un forte messaggio antirazzista, in particolar modo quando la voce dell’artista incontra le parole “casa mia, casa tua, che differenza c’è? Non c’è!” Insomma, nella prima serata del Festival di Sanremo Ghali, semplicemente cantando, ha portato sotto la luce dei riflettori temi dai quali, l’élite cerca di allontanarci o distrarci, distorcendo le notizie televisive.
 

Nella quarta serata del Festival di Sanremo, Ghali si presenta sul palco con Rat Chopper e si esibisce con tre canzoni, per la serata cover. Le canzoni scelte dall’artista sono “Bayna”, “Cara Italia” e “l’italiano”, quest’ultima di Toto Cotugno. Esibizione che ci ha fatto emozionare e ha fatto esplodere l’Ariston in un fiume di applausi. Ghali in un’unica esibizione ha omaggiato la sua terra d’origine, la Tunisia; ha espresso il sua amore verso casa sua, l’Italia e per finire, diciamocelo, con “L’italiano” ha fatto tremare quella gran parte di politica razzista e xenofoba.
 

Nella quinta e ultima serata di Sanremo, Ghali canta nuovamente “casa mia”, prima di lasciare la scena allə successivə artista in gara, fa salire sul palco Rich Ciolino, il suo amico alieno venuto sulla terra per lasciare un messaggio importante. Ghali, in compagnia di Rich Ciolino con fermezza al microfono pronuncia le parole “STOP AL GENOCIDIO”, messaggio condiviso dal pubblico dell’Ariston che applaude compiaciuto, peccato che la Rai attua la sua prima censura di questa settimana Sanremese, cancellando su Raiplay il pezzo in cui l’artista lancia il messaggio politico per poi reintegrarlo.
 

Il giorno dopo la finale del Festival di Sanremo, l’ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar, contesta quanto detto da Ghali affermando che è assurdo usare quel palco per diffondere odio.
Quello stesso giorno, a Domenica In, programma condotto da Mara Venier, i giornalisti chiedono all’artista cosa ne pensa delle parole dell’ambasciatore israeliano. Ghali risponde, ancora una volta sul palco dell’Ariston, di aver sempre parlato di questi temi e che non può continuare questo regime di terrore in cui le persone hanno sempre più paura di dire stop alla guerra, stop al genocidio perché sentono di perdere qualcosa se dicono viva la pace. L’artista che ha suscitato polemiche non si tira quindi indietro e continua ad esprimere il proprio libero pensiero.
Verso la fine del programma però Mara Venier legge un comunicato stampa da parte dell’Amministratore Delegato della Rai, Roberto Sergio in merito ad una affermazione su Israele e Palestina fatta da un artista durante il Festival di Sanremo
l’Amministratore Delegato Roberto Sergio:
“Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage di bambini donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla comunità ebraica è sentita e convinta”
 

La pericolosità di questo gesto in diretta nazionale è chiaro a tuttə. Le forze politiche dovrebbero prendere posizione in merito e l’Amministratore Delegato della Rai Roberto Sergio dovrebbe dimettersi. La tv di Stato non può prendere posizione a favore di uno stato che sta commettendo un genocidio.
Questi schemi di censura e distorsione delle notizie li riconosciamo e li ripudiamo, così come ripudiamo il nazi-fascismo da cui queste strutture provengono.
I mezzi di comunicazione sono sempre stati usati per fare politica, per avere uno spazio in cui esprimere liberamente le proprie idee e così è stato fatto anche quest’anno sul palco del Festival di Sanremo. Un chiaro schieramento politico non può venire dai vertici Rai perché mette a rischio la democrazia e la libertà di espressione.
 

Abbiamo un privilegio ed è quello di non vivere sulla nostra pelle la brutalità di una guerra, ma questo privilegio in nessun modo ci estranea dalla responsabilità collettiva di denunciare il massacro di un intero popolo. Il compito etico e morale di chi ha un privilegio non è valorizzarlo e affermarlo con altrettanta brutalità ma decostruirlo e depotenziarlo.
Ghali è il nostro vincitore politico per i messaggi che ha portato sul palco, per non essersi nascosto e perché qualche figura d’élite l’ha fatta arrabbiare.
 

Giulia Iorio

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